Lun. Mag 20th, 2024

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L’avvento dei farmaci generici, quelli che al posto di un nome di fantasia usano il nome del principio attivo contenuto, ci ha chiarito che un medicinale agisce proprio grazie al principio attivo che vi è contenuto.

Il principio attivo è quindi quello che giustifica gli effetti e le azioni del farmaco stesso.

L’attività antinfiammatoria dell’aspirina, tanto per fare un esempio conosciuto, è dovuta al suo principio attivo, l’acido acetilsalicilico che, essendo una molecola, ha una sua struttura chimica che interagisce con altre presenti sulle cellule, dette recettori, permettendo una risposta.

L’affinità e l’attività di un farmaco, va ricordato, sono determinate pertanto dalla sua struttura chimica.

E quando assumiamo un fitoterapico?

In questo caso non assumiamo più un principio attivo, ma molti e diversi contemporaneamente, ecco perché un vegetale può avere attività svariate e differenti.

Siamo entrati nella stagione più fredda dell’anno, qualche dolore, causa umidità e temperatura, è dietro l’angolo.

Uno dei rimedi naturali consigliati per questa evenienza è l’Artiglio del diavolo o Harpagophytum procumbens della famiglia delle Pedaliacee.

Originario della Namibia, predilige terreni sabbiosi: le parti usate sono le radici secondarie che si raccolgono a fine inverno e poiché sono ricche di acqua, vengono tagliate a rondelle e fatte subito essiccare per evitare sviluppo di batteri, funghi e microrganismi in genere.

Nella medicina tradizionale africana il rimedio è utilizzato per ridurre i dolori del parto, facendone impacchi di radice fresca sull’ addome oppure per trattare la febbre, i disturbi digestivi, le allergie e i dolori muscolari.

Introdotto in Europa agli inizi del ‘900 venne utilizzato prevalentemente per le patologie dell’apparato locomotore tipo reumatismi ed artrosi.

I principi attivi utili a questo scopo dell’Artiglio del diavolo, sono l’arpagoside, l’arpagide ed il procumbide, che svolgono un’attività antinfiammatoria, analgesica e spasmolitica.

Viene usato con più soddisfazione nelle forme croniche e degenerative, meno in quelle acute.

Ma questo rimedio ha anche, seppur in quantità minore, anche altri principi attivi, quali triterpeni, fitosteroli, flavonoidi ed acidi fenolici.

Quindi assumerli autonomamente, senza alcun consiglio professionale, può creare problemi di interazione, soprattutto se assumete in contemporanea farmaci, oltre alle verosimili interazioni con gli alimenti.

Vi lascio un link che è possibile consultare per approfondire questo argomento, credetemi, di fondamentale importanza per la vostra sicurezza sanitaria.

https://www.farmacovigilanza.eu/node/645

Pensate che anche la usatissima Camomilla, Chamomilla recutita, può dare problemi di non poco conto, interagendo con benzodiazepine e sedativi, alterando il metabolismo di molti farmaci, tra cui le statine ed i calcio antagonisti, e potenziando l’azione degli anticoagulanti cumarinici, per la presenza tra i suoi principi attivi di idrossicumarine.

Coloro che devono tenere sotto controllo la coagulazione eseguendo periodicamente l’INR, possono capire benissimo l’importanza di questo fatto.

Questo discorso nasce dal fatto che troppo spesso sento dire che il tal rimedio naturale “fa bene”: in linea di massima può anche essere vero, ma quale il rovescio della medaglia?

Naturale non significa innocuo.

Quindi, prima di dare per buono qualsiasi consiglio, informatevi sempre. A presto!

By Boomer1

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