Lun. Mag 20th, 2024

LO STRANO TUBERO AUTUNNALE DALLE MOLTE PROPRIETA’ NUTRITIVE: TOPINAMBUR

Boomers attivi ed ormai numerosi ospiti, bentrovati!

Giorni fa abbiamo postato sul blog un pezzo, affermando che autunno si coniuga bene con l’ortaggio zucca, ricollegandoci ad Halloween.

Ci è stato fatto notare da più parti, che autunno si coniuga anche con altri ortaggi altrettanto rappresentativi, tra cui ad esempio Il Topinambur.

Giusto.

 A parte il fatto che non sapevo il bitorzoluto tubero avesse tutti questi agguerriti follower, a ragionarci credo però di intuirne il motivo, è vero che offre il meglio di sé proprio in questo periodo.

Estimatori di cavoli e radicchi quindi, tranquilli, sappiate che non vi dimenticheremo, porteremo alla ribalta presto anche i vostri prediletti.

Il Topinambur, o Helianthus tuberosus, noto con i nomi volgari anche di carciofo di Gerusalemme, tartufo di canna, girasole del Canada, o rapa tedesca, è una pianta del genere Helianthus, famiglia delle Composite, erbacea perenne con bulbo sotterraneo, originaria del continente americano settentrionale e più specificatamente del Canada.

Gli si attribuiscono una serie di effetti benefici:

  • ottimo per la linea in quanto contiene pochissime calorie
  • è un integratore ideale grazie alla ricchezza di sali minerali
  • è alimento privo di glutine e ricco di sostanze nutritive, anche se occorre fare attenzione a non esagerare con il consumo, poiché l’inulina in esso contenuta, è in grado di creare disagi a livello intestinale, come mal di pancia e diarrea.

Da ricordare che il contatto con la pianta, in soggetti sensibili, può scatenare una reazione allergica o, ancora, essere causa di dermatite.

I topinambur sono costituiti da circa l’80% di acqua, il 15-20% di glucidi, il 2% di vitamina A, tracce di vitamine del gruppo B, ferro, potassio, fosforo e magnesio oltre ad asparagina ed arginina.

I tuberi vengono raccolti a mano in inverno, generalmente dopo le prime gelate, quando sono più dolci, poiché la concentrazione di zuccheri aumenta e la raccolta va effettuata lontano da luoghi inquinati, strade trafficate e campi coltivati.

All’inizio dicevo che posso capire perché ha numerosi follower: contiene l’8-12% di inulina, un frutto-oligosaccaride che non è assimilabile dall’intestino, non da picchi glicemici, quindi può essere usato anche dai diabetici con serenità, ed i diabetici purtroppo sono molti ed in aumento, soprattutto tra gli oltre 75enni.

Helianthus, alcuni vogliono derivi il nome da Helios, in greco sole, ed anthos, sempre in greco fiore, cioè fiore che segue il sole o eliotropico, come il più noto girasole, ma i suoi fiori gialli sono più piccoli e con meno petali del più celebrato collega.

Altri asseriscono il nome derivi da quello di una tribù India dell’Amazzonia: è quindi possibile che questa radice fosse diffusa anche nell’emisfero meridionale.

Il topinambur è chiamato anche patata del Canada, poiché venne portato in Europa ai primi del 1600 da Samuel de Champlain, esploratore francese, cartografo e fondatore della città di Québec, salvato dalla morte per fame, durante un rigido inverno, con il suo gruppo di coloni, dagli indiani algonchini, i quali gli insegnarono l’uso di queste radici che sottoterra si conservavano perfettamente anche durante i rigidi inverni.

Piuttosto velocemente questo tubero raggiunse i mercati francesi, entrando nelle abitudini alimentari della popolazione, grazie sia al suo costo ridotto che al sapore molto delicato e gradito al palato. 

Come tutti i prodotti del Nuovo Mondo, anche i topinambur si diffusero In Europa, anche se con minor successo di altri.

Possono essere consumati sia crudi che cotti, alla maniera dei carciofi: nel sapore e nel retrogusto molto li ricordano al palato.

In Italia, il topinambur è piuttosto diffuso e viene consumato in particolare in Piemonte, dove viene utilizzato come ingrediente nella ricetta tipica della bagna càuda. 

La pianta di questo tubero cresce principalmente in aree umide e si diffonde facilmente nei pressi dei corsi d’acqua.

In ogni caso, il topinambur si può coltivare tranquillamente anche nell’orto di casa, nelle zone maggiormente esposte al sole, ed oltre al tubero, possono essere colti anche i fiori, per portare dentro casa una nota di gioioso colore nei grigi inverni. A presto!

By Boomer1

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