Lun. Mag 20th, 2024

La parola vino parrebbe derivare dall’unione, a sua volta, di due voci latine: vir (uomo) e vis (forza) quindi il termine vorrebbe significare la forza dell’uomo.

Ma è davvero così?

Sì e no.

Cominciamo con il dire che il vino, nell’antichità, non assomigliava per nulla a quello dei giorni nostri, era infatti molto più dolce, ed anche di grado alcolico maggiore; era modificato con aggiunte di ogni tipo, frutta o miele ad esempio o spezie.

Certo, molto più naturale di tanti vini di oggi, potremmo dire biologico, con un potere antiossidante elevatissimo.

La sua coltivazione era diffusa in tutto il Mediterraneo, con differenze sostanziali dovute al clima ma anche alla terra ed alla temperatura.

Ma come il tè, viene tutto da un’unica pianta: la vite.

Bere vino ai tempi degli antichi romani era comunque consigliato e praticato, perché dilettava cerimonie e rallegrava la socialità, disinibendo.

Come sempre, il sottile diaframma tra uso ed abuso delle cose, ne decreta alla fine, la bontà o meno.

L’OMS ha limiti sempre più ristretti oggi nei confronti del suo uso, pur ammettendone il suo potere antiossidante, soprattutto quello del vino rosso.

Naturalmente se ci sono patologie che lo vietano, vanno rispettate ed assolutamente seguite. Anzi, guai a sgarrarle.

Ma per tutti gli altri permettetemi una domanda: se bere un bicchiere di vino in compagnia vi rende felici, vi strappa qualche risata e vi predispone al buon umore, perché no?

Sarà quel bicchiere ad incidere sulla vostra salute o l’aria che respirate, certo cibo che mangiate o la tristezza della solitudine?

Vivi la vita!

By Boomer1

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